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La tintarella protegge dal tumore alla prostata


Il sole, per fortuna, non è sempre un nemico. Secondo uno studio condotto dal Northern California Cancer Center, in collaborazione con la Keck School of Medicine della University of Southern California e il Comprehensive Cancer Center della Wake Forest University, un'esposizione significativa al sole è in grado di dimezzare la probabilità di incorrere in un tumore alla prostata.
Inoltre, in soggetti con un certo assetto genetico, il rischio potrebbe ridursi addirittura del 65%.



I risultati sono stati ottenuti confrontando la pigmentazione della pelle di soggetti non ispanici divisi in due gruppi distinti: da un lato 450 soggetti ammalati di cancro alla prostata, dall'altro 455 soggetti sani.



A ogni partecipante è stata misurata la pigmentazione con reflettometri portatili usando come riferimento la pelle ascellare (mai esposta al sole) e quella della fronte, (molto esposta). Ebbene, mentre la pigmentazione ascellare è simile nei due gruppi, la pigmentazione della fronte è molto più elevata nei soggetti sani.



La conferma si è avuta chiedendo ai soggetti le loro abitudini circa l'esposizione ai raggi solari: i sani erano molto più propensi a prendere il sole rispetto ai malati.



La chiave del fenomeno dovrebbe risiedere nell'effetto protettivo della vitamina D, che viene appunto attivato mediante l'esposizione ai raggi solari. Se l'ipotesi fosse confermata, si potrebbe far assumere ai soggetti a rischio un'integrazione di vitamina D.


28/06/2005

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